I vini dall’aria di montagna della cantina Di Giovanna

Nel cuore della riserva naturale di Monte Genuardo e Santa Maria del Bosco, si trova la cantina della famiglia Di Giovanna. Una cantina dalla triplice anima: siciliana, prima di tutto, e poi anche tedesca e americana. Una cantina che produce vini tipici e immediati, senza fronzoli, che ti restano ben impressi nella mente. Una cantina che coltiva e produce, rigorosamente, in biologico in questo magnifico scrigno naturalistico, oasi di biodiversità, tra Palermo e Agrigento.

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Arrivati alla cantina Di Giovanna, nel parco dei Monti Sicani, si viene accolti da un’aria freschissima, quasi frizzante direi. Si sente che siamo in montagna! E si è circondati da un panorama unico, tra colline a mosaico e il Monte Genuardo, tra boschi e vigneti dal verde scintillante.

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Qui, in questo luogo stupendo tra Sambuca di Sicilia e Contessa Entellina, la cantina Di Giovanna pratica una viticoltura di montagna, producendo vino e olio in rispettoso regime biologico.

Se prima il focus era sulle varietà internazionali, oggi, sempre di più, si punta sugli autoctoni, come Nero d’Avola, Nerello Mascalese, Grillo e, più recentemente, Catarratto. La maggior parte dei vigneti si trova tra i 350 e i 480 metri s.l.m., a Contessa Entellina, in provincia di Palermo, su terreni argilloso-tufacei che donano ai vini freschezza e mineralità.

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In montagna, a Sambuca di Sicilia, sotto il Monte Genuardo, tra i 680 e 830 metri s.l.m., si arrampicano gli altri vigneti, coltivati su terreni prevalentemente calcarei, che favoriscono la produzione di vini di ottima qualità.

Ulteriore valore aggiunto sono le persone. Calorosa l’accoglienza di Melissa e Gunther Di Giovanna, e di Zeus, il loro cane, custode della cantina, che ci accompagna alla scoperta del vigneto di Grillo a 830 metri di altezza. Di questo vigneto di montagna, che guarda a sud ed è particolarmente ripido, aspettiamo di assaggiare il nettare. Questa sarà la sua prima vendemmia!

La storia della nascita della cantina Di Giovanna è una di quelle storie a lieto fine. Nasce con Aurelio e Barbara: lui di Sambuca e lei tedesca, si incontrano, si innamorano e decidono di vivere in Sicilia, a Sambuca, e dare vita all’azienda, mettendo a frutto i vigneti della famiglia di Aurelio. Oggi, a portare avanti, insieme a loro, questo bel progetto, sono i figli Gunther e Klaus, coadiuvati sui mercati esteri e non solo dalla brillante Melissa, moglie di Gunther, anche lei straniera, americana, ma che ha scelto la Sicilia come casa.

In ottima compagnia, degustiamo i vini con una vista eccezionale sulle terre sicane.

Iniziamo con il loro rosato, che da una precedente degustazione si era ben stampato nella mia mente. Lo considero uno dei migliori rosati di Sicilia, fruttato e minerale.

È il Vurria – vorrei in dialetto siciliano – Nerello Mascalese Rosato 2018. Il naso è fine e intenso di ciliegie, fragole, banana, scorza d’arancia, violette e pietra focaia. Al palato è armonioso, fresco e dal finale molto sapido.

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Proseguiamo con il Vurria Grillo 2018. Naso delicato ed elegante dove regna il limone, accompagnato da note di fiori ed erbe mediterranee. Il sorso è fresco, equilibrato e dal finale sapidissimo.

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Saliamo di quota con Helios Bianco 2018. Blend di Grillo di collina e Chardonnay di montagna. Per la prossima annata ci sarà un cambiamento interessante! Intanto, prego ammirare in foto nuova etichetta.

Una piccola parte del grillo, affina in barrique sulle fecce fini per poco più di 6 mesi. Il risultato è eccellente! Naso fine e complesso, spiccano note di albicocca, nocciole, lime, anice e fiori bianchi. L’uso del legno non è invasivo ma ben integrato. Il sorso è snello, fresco e armonioso. Interessante la speziatura al finale, dove ritorna la nocciola. Molto persistente e piacevole.

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Concludiamo con il Nero d’Avola Vurria 2017. Davvero un ottimo Nero d’Avola!

Si apre con sentori nitidi e molto pronunciati di prugna, mirtilli, ciliegie nere e gelsi, confezionate da note balsamiche. Al palato la corrispondenza gusto olfattiva è ottima. Il sorso è pieno, di buona freschezza e persistenza. Grazie al breve affinamento in botti di rovere francese per circa 6 mesi, è molto morbido con tannini setosi. Lo trovo un ottimo esempio di Nero d’Avola, dove predominano freschezza e frutto accompagnati dalla tipica potenza della varietà ma nobilitata.

Cheers!

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