Uno dei primi rossi che ho apprezzato con la testa, oltre che con il palato, quando muovevo i primi passi nel mondo del vino, è stato un Nero d’Avola di alta collina. Mi aveva conquistata per il suo sorso sinfonico dalle note di frutti di bosco e caleidoscopiche spezie.
Da quel momento mi è spesso capitato di sentire pareri totalmente opposti su questo vitigno autoctono siciliano. È il classico caso in cui o lo ami o lo odi.
Ma a cosa è dovuta questa dicotomia?
Il parere negativo di alcuni consumatori è il risultato di anni e anni in cui il Nero d’Avola è stato prodotto invece che valorizzandone le peculiarità puntando su rossi nei quali predominavano corpo, alcol e dolcezza, a scapito di altre componenti tipiche della varietà ed espressione dei diversi territori di coltivazione, che contribuiscono a farne emergere la vera personalità.
Facciamo insieme una riflessione.
Immaginiamo una grande famiglia, tanti fratelli e sorelle, genitori, zii, nonni, tutti con il cognome “Nero d’Avola”. È improbabile che una persona non vada d’accordo con nessuno dei componenti di questa famiglia, magari deve darsi solo il tempo di conoscerli meglio.
Quindi, dire “non mi piace il Nero d’Avola” non ha senso, anzi azzardo dicendo che non può essere vero!
Li avete provati tutti? Tutti quelli prodotti nei diversi territori siciliani, in cui si esprime in modo sempre nuovo? Avete provato le vendemmie tardive? O gli spumanti da questo vitigno? O le versioni in bianco?
Questo ragionamento può essere applicato a qualsiasi vitigno. Infatti, nel mondo del vino il mantra è sempre quello di sperimentare e non avere preconcetti.
Prima di rifarvi il palato e, se fate parte del team “odi”, di cambiare idea sul re dei vitigni siciliani, facciamo una fotografia di chi è e cosa rappresenta oggi il Nero d’Avola Doc Sicilia.
Non c’è dubbio che sia l’ambasciatore della Sicilia in ogni angolo del mondo. Ogni anno ne sono, infatti, prodotte oltre 48 milioni di bottiglie a marchio Doc Sicilia, ossia poco meno della metà dei vini imbottigliati nella medesima Doc (dato 2021).
È un vitigno dal carattere impetuoso e attraente, ma che i produttori siciliani hanno imparato ad addomesticare.
Dalla Sicilia sud-orientale, il Nero d’Avola si è gradualmente diffuso in lungo e in largo in tutta l’isola, oggi è la cultivar più rappresentativa e diffusa nelle provincie di Agrigento, Caltanissetta e Palermo, a seguire Siracusa, Ragusa e tutte le altre.
Le parole di Antonio Rallo, presidente del Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia ci forniscono una chiara idea dello stato dell’arte: “Il Nero D’Avola è un prodotto che esprime in modo universalmente apprezzato caratteristiche territoriali e culturali proprie dell’isola, e sta senza dubbio fornendo un contributo prezioso nel far conoscere sempre di più la Sicilia nel mondo con le sue eccellenze”.
Ritornando alla metafora della famiglia, è importante sapere che il Nero d’Avola ha una significativa variabilità intravarietale. Ciò vuol dire che non c’è una sola tipologia di uva Nero d’Avola, ma più di una, precisamente quattro che differiscono per forma e dimensione del grappolo e caratteristiche agronomiche ed enologiche. Sono, infatti, quattro i diversi biotipi di Nero d’Avola, che sono identificati come A, individuato nell’area della Sicilia centro-meridionale, il biotipo B quello maggiormente diffuso sul territorio isolano ma identificato nella Sicilia occidentale, il biotipo B1 proveniente dall’area viticola della Sicilia sud-orientale, il biotipo B2, molto simile al B1.
La variabilità del Nero d’Avola non si ferma alla varietà. Riguarda anche il terroir nel suo complesso: seppur sia possibile identificare le caratteristiche principali del Nero d’Avola, sarà molto difficile trovare Nero d’Avola identici in Sicilia, perché ciascuno sarà diverso in base a dove è prodotto (zona, vigneto, suolo, altitudine, esposizione) e come (scelte in vigna e in cantina del produttore).
Nel corso del 2022, questa “plasticità” del Nero d’Avola, ossia la sua capacità di esprimersi in modo unico nelle diverse zone dell’isola, è stato uno dei temi centrali e particolarmente caldeggiati negli incontri promossi dal Consorzio Doc Sicilia. Attraverso degustazioni tecniche, alla cieca e anche visite presso aziende vitivinicole, la caratteristica è emersa a gran voce.
Oggi il Nero d’Avola è un vino versatile: strutturato e longevo, o fresco e profumato, spumantizzato con metodo Martinotti o Metodo Classico.
Quindi, è il momento della “ciccia”, ecco X Nero d’Avola – in ordine casuale – che vi consiglio di assaggiare!
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